Oskar Schlemmer costumi per il Balletto Triadico -Bauhaus arte teatro – Musiche di Paul Hindemith 1922
L’affinità del nostro fare con il senso profondo della messa in scena ci si rivela con sempre maggior evidenza man a mano che le nostre esperienze si accumulano e sedimentano. Offrire un pasto ad altri da noi è una impresa grande quanto proporre un testo, una danza, una musica dal palcoscenico: lo spettatore più assiduo coglierà varianti e sfumature tra una replica e l’altra così come ogni ospite nota ogni variante sia apportata anche ai dettagli della nostra accoglienza, dai sorrisi di benvenuto, alla mise-en-place, dagli aromi alle consistenze, dalle tecniche di cottura e gli abbinamenti di sapori e colori. Se ogni messa in scena varia a seconda dell’equipe artistica che la allestisce così quanto viene offerto ai nostri tavoli risente fortemente delle personalità che ne hanno curato la fattura. Dietro ad un testo c’è un autore così come dietro ad un sorriso di benvenuto, ad un vino proposto, ad un piatto ci sono persone, individui unici nelle loro peculiarità. Offrire ospitalità è un atto precipuamente creativo: come nell’arte, è un passo portato verso il domani supportato dall’esperienza di ieri, è costante mutamento.
Gli anni recenti, per tutti così difficili, a volte così drammaticamente cupi, ci hanno quasi forzati ad ammettere che il mutamento, un futuro diverso, non potrà essere messo in campo che da chi del futuro è depositario: i giovani. Ed è con una brigata giovane che Il Falco si è preparata a salutare l’Anno Nuovo.
Giovane è la brigata e giovane il suo chef, giovane è il personale di sala. Giovani, non inesperti. Sguardi che sanno leggere criticamente il presente e intravedere un domani più equo, più semplice, più “naturale”. Giovani, consapevoli che ad ogni loro scelta corrisponderà una presa in carico di responsabilità, nei confronti dei colleghi, dei loro ospiti, del territorio più prossimo e quello più distante, del passato e del futuro. E dunque, ben venga il 2022!