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A merenda dalla Gabri

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Per poco meno di trent’anni la Gabri ha varcato ogni giorno la porticina di servizio a Il Falco. Ora è in pensione. Vive poco lontano, con il Vanni, nella cascina della loro azienda agricola. Per tanti e tanti anni il lavoro della terra si è accompagnato ad altre attività: il lavoro in cucina per lei, l’officina per lui.

Tanto impegno. Tanta fatica.

I figli ora sono cresciuti, sono arrivate le nipotine. Il tempo della Gabri ora è tutto per la casa-cascina, l’affetto e la cura per le piccole, l’orto, il giardino, i suoi polli ed i mitici conigli. Abita un mondo in cui ogni dettaglio esprime vita e vitalità, rivela il frutto di gesti quotidiani e antichi al contempo.

In cascina ci sono spazi che ancora mostrano tracce di camini e forni a legna già attivi nell’Ottocento, travi annerite raccontano di lunghi inverni vissuti lì da chi in passato sempre a quella terra era legato.

Da quando ha lasciato la nostra cucina, la Gabri, in una mattinata di luglio, ci invita tutti per una merenda che allestisce nella corte e quest’anno all’ombra di un portico che sfoggia un tetto tutto nuovo.

Siamo una ventina: ci siamo tutti o quasi. C’è anche chi si è staccato da Il Falco ma che nel cuore della Gabri a Il Falco resta legato. Sono tanti i giovani, la maggior parte.

La lunga tavola è ricca di ogni bene. Un gran mazzo di girasoli illumina l’ombra. Nel suo antro antico, perfettamente attrezzato per i grandi numeri, la Gabri spadella sequenze di frittate ed innumerevoli uova al tegamino! Sono uova freschissime: il serraglio delle pollastre è proprio lì, a due passi. È un rito annuale, un viatico di buon augurio!

E poi la passeggiata fino al grande bacino che raccoglie l’acqua per i campi, e la scoperta delle freschezze offerte dall’orto: i fiori di zucca spandono luce dorata, i cetrioli si avvinghiano ai pomodori che appena iniziano a prendere colore, le zinnie si ergono alte in folti cespugli e i fiori eduli sono un caleidoscopio dai colori folgoranti … la Gabri li cresce per Tomo e Yurika che traspongono questa freschezza nei loro piatti, ricreando a loro volta delicati giardini. Un mondo vivo, questo percorso, che racconta di tante cure e ha la forza della realtà, del mondo vero. Ed ecco che spunta un palloncino e inizia un gioco sbilenco fatto di cadute, di inciampi e di tante risate. Non si vedono che sorrisi. È un momento di grande bellezza, di profonda umanità e civiltà. Tutto intorno a noi parla del tempo passato che ha mantenuto senso e vita nel presente. I giovani, che promettono futuro nei loro sorrisi freschi, sapranno interpretare tanta bellezza, tanta generosità, come frutto di un impegno altrettanto grande? Da sua parte, la Gabri dimostra, una volta di più, che la tradizione è vita vissuta che si offre in dono al futuro.

Grazie Gabri.